La Cina ha la cucina migliore del mondo? Forse sì e ti spiego perché
Siamo sinceri: noi italiani siamo un popolo orgoglioso quando si parla di cibo. E con buone ragioni! Pasta, pizza, parmigiano, prosciutto… potrei andare avanti ore. Ma proprio per questo, quando si viaggia, si tende a partire prevenuti. “Sì, ok, mangio in giro, ma il cibo italiano è insuperabile, è la cucina migliore al mondo”. Anch’io la pensavo così anni fa, ma quando scoprii i sapori che il mondo aveva da offrire, il pensiero cominciò ad attenuarsi.
Perchè è vero, sono d’accordo che l’Italia è imbattibile e probabilmente potrei finire l’articolo qui, così. Però come si fa a dire “la cucina italiana è la migliore del mondo” se prima non si ha avuto modo di provare anche tante altre cucine? E dopo aver messo piede fuori dall’Italia, cosa si pensa? Si continua a pensare che la cucina italiana sia la migliore?
Le cose cominciano a farsi sottili quando metti piede in Cina e provi la cucina cinese. Leggi e scopri perchè!
DISCLAIMER:
In questo articolo parlerò della mia esperienza personale, per cui potenzialmente non condivisibile da tutti. Il mio scopo non è quello di criticare altri. Ritengo però che leggere un articolo così, prima di partire, mi sarebbe stato molto d’aiuto, per questo ho deciso di parlarne.

Un universo culinario che non ti aspetti
Se c’è una cosa che mi ha colpito della Cina, più delle metropoli futuristiche, dei templi millenari o della Grande Muraglia, è la varietà della cucina. Mi aspettavo noodles e ravioli, ho trovato un mondo infinito.
Proprio come l’Italia, anche la Cina è un mosaico di culture, dialetti e tradizioni gastronomiche. Ogni regione, ogni provincia, addirittura ogni città, ha i suoi piatti tipici, le sue tecniche di preparazione, le sue ossessioni alimentari. E quando dico varietà, parlo di migliaia di piatti diversi. Non è un’esagerazione. Questa è in assoluto la cosa che mi ha colpito di più della cucina cinese, una varietà che da sempre trovai solo in Italia!
Nel Sud-est asiatico, che adoro, ti imbatti spesso negli stessi 10-20 piatti: Pad Thai, Nasi Goreng, curry vari… buonissimi, per carità, ma ripetitivi dopo un po’. La Cina è un altro pianeta. È come passare da un ristorantino toscano a uno siciliano, poi a uno piemontese, poi a uno sardo… ma su scala nazionale, con milioni di combinazioni.
Il mito del cane: verità o leggenda metropolitana?
Prima di partire e dopo essere tornato, amici e conoscenti mi hanno riempito di domande (e pregiudizi). “Ma lì mangiano il cane, vero? Occhio a non ordinare roba strana!“. È incredibile quanto i media occidentali abbiano pompato questa storia.
La realtà? Durante il mio viaggio, parlando con persone del posto, è emersa una verità molto diversa: il 99% dei cinesi non ha mai mangiato cane in vita sua. Semplicemente non fa parte della cultura gastronomica della stragrande maggioranza del Paese.

Sì, esistono delle aree, pochissime per la verità, dove si è mantenuta questa usanza, spesso per motivi culturali antichi o legati a tradizioni locali (come il festival della carne di Cane a Yulin). Ma parliamo di una minoranza microscopica, spesso confinata a zone rurali o a specifici festival (già ampiamente criticati all’interno della stessa Cina) e anche fuori dalla Cina, come questa lettera all’ambasciatore della Repubblica cinese a Roma.
Ridurre l’immensità della cucina cinese a questa leggenda metropolitana è come dire che tutti gli italiani mangiano solo polenta e coniglio perché in certe valli alpine si fa così. Un po’ riduttivo, no?
Poi c’è da dire un’altra cosa. Io amo i cani e in famiglia ne ho sempre avuti, mai mi sognerei di mangiarli e condanno, moralmente parlando, chi lo fa. Ma chi siamo noi per giudicare? Noi siamo abituati al cane come animale da compagnia, quindi ci sembra assurdo. Quand’ero nelle Filippine parlai con un signore del posto, mi raccontò che per loro è normalissimo mangiare pipistrelli e li trovava molto saporiti. Io sgomentato gli dissi che noi non li mangiamo, così mi chiese che tipi di carne si mangiano in Italia. Pollo, manzo, coniglio, cavallo… Alla parola “cavallo” sobbalzò. “Mangiate il cavallo in Italia!?” stupito.
Con questo cosa voglio dire? Che per quanto ci stupiamo e ci schifiamo, non vuol dire che quello che per noi è normale per gli altri non sia invece follia.
Dai piatti leggeri a quelli che ti fanno sudare: la Cina è per tutti i palati
La cosa che mi ha affascinato è la doppia anima della cucina cinese. Da un lato, trovi piatti delicati, leggeri, perfetti per chi ama mangiare sano. Dall’altro, c’è una quantità imbarazzante di piatti speziati, unti, piccanti, che ti fanno sudare e sorridere contemporaneamente.
A Hong Kong, ad esempio, ho assaggiato dim sum talmente leggeri che sembrava di mangiare nuvole. Ravioli al vapore, panini soffici ripieni di maiale, zuppe leggere… un paradiso per gli amanti del “comfort food” raffinato. A Zhangjiajie (il parco delle montagne volanti di Avatar) ho provato la salamandra gigante e delle polpette vegetariane che mai avrei pensato di assaggiare.
Nel Sichuan le regole cambiano. Il peperoncino regna sovrano, insieme al pepe che ti lascia quella sensazione stranissima di formicolio sulla lingua. Uno shock, all’inizio, ma dopo la terza portata… dipendenza pura (se siete portati al piccante, ovviamente).

A Xi’an, patria dell’antica Via della Seta, la cucina è un mix irresistibile di influenze arabe e cinesi. Qui ho provato gli “hamburger” locali (Roujiamo) e i noodles tirati a mano (Biang Biang Mian), lunghi quanto la tua pazienza mentre aspetti che si raffreddino.
Infine, a Pechino, mi sono tolto lo sfizio di assaggiare l’anatra laccata, simbolo della capitale. Croccante fuori, tenera dentro, servita con quelle fettine sottilissime di crepes, cipollotto e salsa dolce: un capolavoro.
Una cucina millenaria che sfida il tempo
Parliamoci chiaro: in Cina il cibo non è solo cibo. È cultura, identità, orgoglio nazionale. Molti piatti esistono da secoli, se non millenni, tramandati di generazione in generazione. Tutto questo fa testo a sè, rispondendo al naturale dubbio se essere parte o meno della lista di “cucina migliore al mondo“
Proprio come in Italia, la tradizione è sacra. Solo che lì le dimensioni e la varietà fanno sembrare il nostro Bel Paese… quasi piccolo, almeno da un punto di vista gastronomico.
E non è solo questione di quantità, ma di filosofia. In Cina si dà enorme importanza all’equilibrio tra sapori, consistenze e persino colori nel piatto. Dolce, salato, amaro, piccante e umami: tutto deve convivere armoniosamente.
La sfida all’Italia è aperta? Qual è la cucina migliore al mondo?
Ammetto che, tornando in Italia, il cuore è rimasto fedele alla nostra cucina. Ma la mente? La mente continua a ripensare a quei piatti tipici cinesi, ai mercatini di strada affollati, ai profumi speziati che si mescolano nell’aria, alle infinite opzioni su un semplice menù cinese.
Una delle cose più belle del Sud-Est Asiatico e dell’Asia in generale è che mangiare fuori, tendenzialmente, costa molto meno che in Italia. In Asia c’è quella cultura del mangiare fuori che in Italia è sparita. In Asia è fatto comune, per moltissime famiglie, stare fuori a mangiare sia a pranzo che a cena. Addirittura moltissime famiglie, soprattutto in Paesi come Thailandia, Vietnam, Indonesia e Malesia non hanno una cucina in casa. Perchè? Perchè in Asia esiste una cultura ben radicata in cui il cibo deve essere sempre disponibile a tutti e quindi a costi ridotti. Ovvio che ci sono i ristoranti per turisti e i ristoranti “chic”, ma quelli non fanno testo per il 90% delle persone.
La cucina cinese può davvero competere con l’Italia per il titolo di “cucina migliore del mondo”? Dipende. Se parliamo di varietà, originalità e storia… la sfida è apertissima.

Forse il vero segreto sta proprio lì: non si tratta di stabilire chi vince. Si tratta di avere il coraggio e la curiosità di assaggiare tutto, senza pregiudizi. Perché il cibo, alla fine, è il linguaggio universale che ci avvicina, ci sorprende e, ogni tanto, ci fa mettere in discussione le nostre certezze.
Conclusione: lasciati sorprendere
La prossima volta che sentirai dire “In Cina si mangia solo riso o cani“, sorridi. E magari prenota un volo. Ti assicuro che tornerai con un bagaglio pieno di ricordi, qualche chilo in più… e la consapevolezza che il mondo è molto più gustoso di quanto ci raccontano i luoghi comuni. Ricordati di stare attento alle intossicazioni alimentari e come evitarle, qui troverai una guida pratica di soppravvivenza dopo 8 mesi di esperienza in Asia.
Non fate caso a tizio X o tizia Y che su Instagram, sotto un post che parla di cucine mondiali, giudica quella cinese dicendo “che schifo” o “mangia-cani”. Perchè al 99,9% delle volte non hanno mai messo piede nemmeno in un ristorante cinese in Italia, figuriamoci se sanno di cosa stanno parlando.
Restate sintonizzati, perché presto pubblicherò un articolo dedicato esclusivamente ai migliori piatti cinesi da provare assolutamente. Quello sì, sarà una guida pratica per veri buongustai.
Intanto… Buon appetito (in cinese si dice “chī hǎo hē hǎo” – mangiare bene, bere bene) Nuovi Esploratori!
Da 10 anni a questa parte ho visitato quasi tutta l’Europa e l’Asia. Ho fatto del viaggio e della crescita personale un motivo di vita che mi ha portato a scrivere un libro. All’alba dei trent’anni ho deciso di condividere le mie esperienze, sperando di poter aiutare qualcuno a vivere a pieno la propria vita, in viaggio e non.
