La Thailandia: uno dei Paesi migliori al mondo per un viaggio Introspettivo
Fu proprio in uno dei periodi più movimentati della mia vita, uno dei più stressanti e “ansiosi” in cui decisi che era arrivata l’ora di dare una svolta, di cambiare. La ricerca di uno stato interiore più tranquillo mi indirizzò in strade che non avevo mai calpestato. Una di esse fu la meditazione.
Con l’aiuto della psicologa e di video online cominciai a imparare – anche se alla buona – l’arte della meditazione. Fu proprio lì, in un umido giorno di Aprile che cominciai a pensare a meditare in Thailandia.
Leggevo un libro di Gianluca Gotto e mi venne un’improvvisa ispirazione. Quel connubio d’Asia e spiritualità mi faceva venire voglia di scavare dentro di me, alla ricerca di qualcosa che stando in Italia non riuscivo a trovare. Partire era lo stimolo necessario. Il resto da quel giorno è storia. Storia che non racconterò in questo articolo in quanto vorrei concentrarmi su altro.
La Thailandia è una delle capostipiti, o meglio LA capostipite della Meditazione. Con i suoi infiniti templi Buddhisti, i suoi monaci e la sua cultura sacra della meditazione.
Per chi non lo sapesse la Thailandia è, allo stato attuale delle cose, il Paese con la maggior percentuale di Buddhisti. Patria indiscussa di quella meravigliosa filosofia di vita che è il Buddhismo. Infatti ovunque voi troviate in Thailandia ci sarà, attorno a voi, un Tempio Buddhista.
Fatta questa premessa, quindi, dove si va per meditare in Thailandia? Cosa bisogna fare? Scopriamolo assieme!
DISCLAIMER:
In questo articolo parlerò della mia esperienza personale, per cui potenzialmente non condivisibile da tutti. Il mio scopo non è quello di criticare altri. Ritengo però che leggere un articolo così, prima di partire, mi sarebbe stato molto d’aiuto, per questo ho deciso di parlarne. Ognuno è responsabile delle proprie scelte e azioni.

Come si può meditare in Thailandia? In che luoghi?
In Thailandia ci sono più opzioni per la meditazione. In alcuni posti ci sono delle vere e proprie scuole, in altre strutture, come i templi, si praticano altre tipologie di ritiri, come quello del silenzio.
Si distinguono in varie scelte: quelli sulle isole, quelli vicino alle città e quelli sulle montagne o nelle foreste.
Di seguito troverete un elenco che mi feci di quelli disponibili al turismo e aperti all’insegnamento della meditazione.
Meditazione sulle isole
Perfetti per chi cerca una combinazione tra spiritualità e natura.
Wat Koh Samui (Dipabhāvan Meditation Center) – Koh Samui
- Tipo: Ritiri di 6-7 giorni
- Stile: Vipassanā (meditazione di consapevolezza)
- Costo: Donazione libera
- Note: Vige il silenzio
The Sanctuary – Koh Phangan
- Tipo: Centro olistico (non solo buddhista)
- Stile: Yoga, meditazione guidata, detossificazione
- Costo: Varia (è più turistico)
- Note: Approccio meno rigido, adatto a principianti o chi vuole un’esperienza meno monastica.
Templi e centri nella giungla o montagne
Wat Pah Nanachat – Ubon Ratchathani
- Tipo: Tempio della foresta, fondato per stranieri
- Stile: Theravāda, meditazione silenziosa, vita monastica
- Costo: Gratuito (solo donazioni)
- Note: Si vive come un monaco, incluso sveglia alle 4, elemosina, lavoro fisico. Difficile trovare posto se non con largo anticipo.
Ritiri accessibili vicino alle città
Wat Mahathat – Bangkok
- Tipo: Corsi brevi e ritiri giornalieri
- Stile: Vipassanā
- Costo: Gratuito
- Note: Ottimo per introdursi alla meditazione prima di un ritiro più lungo.
Wat Ram Poeng – Chiang Mai
- Tipo: Ritiri da 10 a 26 giorni
- Stile: Vipassanā
- Costo: Donazione libera

Consigli
Cercate sempre un modo di chiamare o di capire se all’interno delle strutture, soprattutto quelle più isolate, parlano Inglese e hanno posto. Non “gettatevi” a capofitto prenotando il biglietto del volo solo perchè ora conoscete le strutture.
La nostra esperienza diversa da tutto: International Meditation Center, Pai.
In una calda giornata di Gennaio, nel nord della Thailandia a Chiang Mai, io e Giulia decidemmo che avremmo voluto vivere assieme quell’esperienza di meditazione. Un’esperienza così lontana dal nostro abitudinario quasi da farci paura!
Dopo una profonda ricerca e aver filtrato le opzioni possibili, ci imbattemmo in questo posto: Pai International Meditation Center. Una struttura enorme, immersa in un verdissimo parco tra risaie e alberi secolari. Uno di quei luoghi dove la pace è in perfetta simbiosi con il silenzio. Il luogo perfetto per meditare.
Le strutture in legno, posizionate vicino a un laghetto, fungono da motivatore naturale per rimanere a contatto con la natura.
All’arrivo vi verrà consegnata la divisa: pantaloni in cotone e una maglietta rigorosamente bianchi, bianchissimi! Il tutto per agevolare l’uguaglianza, senza creare paragoni (sotto il punto di vista del vestiario) o qualsiasi cosa che possa turbare una mente quieta. Verrete poi accompagnati alle case sull’albero per gli ospiti, posizionate anch’esse in prossimità del laghetto, creando un contesto spaziale.
Il programma si struttura così:
- Sveglia e meditazione alle 5:30
- Dalle 7:00 alle 7:30 Yoga
- Colazione e momento di condivisione con gli ospiti
- Dalle 9:30 alle 11:00 meditazione
- Dalle 11:10 alle 12:30 pranzo e tempo libero con gli ospiti
- Dalle 14:00 alle 15:30 meditazione
- Dalle 16:00 alle 17:00 ora di “Group Sharing” (condivisione di gruppo) con i Monaci e gli ospiti
- Dalle 17:00 alle 20:00 tempo libero, cena leggerissima e terme convenzionate
- Dalle 20:00 alle 21:30 meditazione guidata con i Monaci
Questo sarebbe stato il nostro programma per i giorni a venire. Meditazione con i Monaci, momenti di condivisione con 20 estranei da tutto il mondo, tanta pace e quiete, contornate da una meravigliosa introspezione secondo la via del Dhammakaya.
Il Dhammakaya rientra nelle tecniche Theravāda, che comprendono sia samatha (calma/tranquillità) sia vipassanā (visione interiore). Questo stile di meditazione si concentra su un punto specifico, il centro del corpo, posizionato due dita sopra l’ombelico. Implica l’uso di visualizzazione e mantra per favorire calma mentale e rilassamento, con l’obiettivo di svegliare consapevolezza e saggezza interiori.

Infatti lo scopo principale dei 4 Monaci Buddhisti che ci seguivano era proprio quello di insegnarci da zero la via della visualizzazione e della pace interiore. Tutti elementi fondamentali per trovare la “Stillness” (traducibile come fermezza interiore o il concetto di “stare“, essere presenti). Questo voleva dire meditare in Thailandia. Era esattamente la via della meditazione che cercavo, condivisa con altre splendide persone.
Va precisato che non vige la regola del silenzio. L’approccio è più amichevole e alla portata di tutti. Infatti per loro meditare in Thailandia vuol dire anche essere a proprio agio, senza regole ferree o al limite della nostra concezione di occidentali.
Per farvi capire il livello di libertà e fraternità del luogo devo spiegarvi l’ultima sera delle 8 trascorse lì. Quella sera ci fu l’ultima delle nostre sessioni di meditazione e la passammo sotto una splendida luna attorno a un falò enorme. Lì, conclusa l’ora di meditazione, i Monaci tirarono fuori dei Marshmallow e li arrostimmo tutti assieme ridendo e scherzando. Qui vi chiedo: quante persone possono dire di aver fatto un marshmallow party con dei Monaci Buddhisti?
L’usanza di festeggiare così la fine di un percorso ci dissero che è abituale, motivo in più per considerare l’esperienza a mio avviso.

Ci sono dei lati negativi?
No, e potei concludere così questo paragrafo. Perchè anche se si trovano non valgono niente di fronte all’esperienza. Ma cerchiamo di essere più puntigliosi:
Se volessi cercare un pelo nell’uovo (un pelo veramente minuscolo) direi che forse 4/5 ore di meditazione non sono adatte a tutti. A volte era veramente difficile mantenere la concentrazione e si tendeva a distrarsi con il minimo cinguettio di un uccello. Ma appunto è così irrisoria da non valere come piccolezza.
Potrei aggiungere la scarsa disponibilità. Infatti diventando sempre più popolare diventa difficile trovare posto e automaticamente i prezzi cresceranno.
Ultimo difetto che non è un difetto in quanto lo si dovrebbe dare per scontato se si viaggia ai giorni d’oggi è il sapere la lingua Inglese. Senza non ci sarà comprensione e dialogo, rovinando completmente l’esperienza.
I lati positivi di un’esperienza così
Prima di tutto il costo. Infatti noi pagammo l’equivalente di 180€ a testa per 7 notti e 8 giorni di ritiro, cibo e terme compresi. Il quale, che ve lo dico a fare, è irrisorio se paragonato a come ne verrete fuori. (prezzi di inizio 2024, potrebbero essere variati)
In secondo luogo ragazzi c’è poco da fare: dopo un esperienza così non vi riconoscerete più. Io per esempio per massimizzare gli effetti diedi il mio telefono alla struttura per 8 giorni, facendo un detox globale da tutto. Una delle esperienze (nell’insieme) più soddisfacenti della mia vita. Permettendomi di meditare in Thailandia con i Monaci senza NESSUNA distrazione, ma solo con la pace e dialogando con persone vere.
Un modo per chi cerca una dieta o smettere di fumare. Infatti, per molti, oltre al semplice meditare può anche essere monito di inizio a un percorso dimagrante (sfruttando il contesto e la pace come pretesto), per altri anche motivo di rinuncia al fumo.
Stare lontano da tutto e tutti, senza problemi, telefono e preoccupazioni, infatti, può portare alla decisione di fare dei tagli che prima non si consideravano o non si avevano il coraggio di affrontare.
Alcuni sfruttavano anche l’occasione per affrontare i propri demoni interiori. Vi assicuro che il dialogo con i Monaci è un qualcosa che vi farà aprire come non avrete mai fatto. Abbiamo visto e condiviso momenti di pianto e apertura con persone di tutte le età ed etnie: chi veniva dalle Bermuda, dal Perù, Cina, Inghilterra, Filippine, Giappone. Tutti si aprivano, compresi noi. Creando una grande ed enorme famiglia sparsa per il mondo.
Meditare in Thailandia è stata un’esperienza che consiglio e consiglierei a tutti, dalle persone più predisposte a quelle più chiuse mentalmente. Un’esperienza di meditazione che ti cambia, ti fa riscoprire e amare come mai avrai fatto prima.
Sono un uomo che fino a tre anni fa non avrebbe mai fatto qualcosa del genere. Non sono un guru della meditazione e non la pratico tutti i giorni (male). Questo non vuol dire che non la consiglierei, anzi. Provatela, anche solo come esperienza da provare.
Sarà bellissima, a prescindere.
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“Samma Arahang”

Da 10 anni a questa parte ho visitato quasi tutta l’Europa e l’Asia. Ho fatto del viaggio e della crescita personale un motivo di vita che mi ha portato a scrivere un libro. All’alba dei trent’anni ho deciso di condividere le mie esperienze, sperando di poter aiutare qualcuno a vivere a pieno la propria vita, in viaggio e non.